Detti toscani: la quintessenza di un popolo

Detti toscani: la quintessenza di un popolo

Palazzo Massaini a Pienza (SI)

Oramai da tre giorni la Toscana si trova in zona rossa e non abbiamo più la libertà di spostarci se non per necessità, lavoro, salute o studio.

In queste assolate mattine di novembre mi sono trovata ad avere tempo.

Tempo per fare che cosa? Per fermarmi e riguardare vecchi libri, acquistati ai mercatini del vintage e dell’usato, nei quali a volte mi piace ritrovare alcuni modi di dire tipicamente italiani e toscani.

Lavoro molto spesso con persone non italiane, siano esse visitatori o studenti, e quando facciamo una visita guidata o una lezione di italiano, ritengo importante per loro che non si confrontino soltanto con la lingua dei libri, ma che si muovano ed esplorino anche la lingua colorata e piena di espressività della vita quotidiana. La lingua si sa è espressione di un popolo e di una cultura, pertanto può rivelarci molto di più di tante lezioni.

Chi di noi non ha mai sentito un proverbio o un modo di dire?

L’Italia ha una grande varietà di dialetti e usanze che cambiano da regione a regione, e spesso anche da frazione a frazione di uno stesso comune. Di sicuro lo avrai sentito! A volte questi modi di dire sono così radicati da diventare parte del nostro linguaggio, siamo abituati ad usare una certa espressione e non ci facciamo più neanche caso.

Certamente la Toscana non fa eccezione. La Toscana è la patria dell’Umanesimo e del Rinascimento e i suoi abitanti si sono sempre distinti per il loro essere pragmatici, il senso pratico e la sagacia.

Non a caso Curzio Malaparte nel suo saggio Maledetti Toscani pubblicato nel 1956, dipinge un ritratto veritiero dei Toscani, definendoli sanguigni, onesti, ironici, sboccati ed anche “spregiosi”.

Hai mai sentito questa parola molto usata in Toscana, ovvero “spregioso”. Cosa vuole dire? Il termine spregioso è un po’ la quintessenza dei toscani e significa dispettoso, irriverente, orgoglioso della propria superiorità rispetto agli altri.

I proverbi o detti sono quindi lo specchio di queste peculiarità dei toscani, questi detti riescono in poche e misurate parole a rivelare molto del popolo toscano e dei rapporti che intercorrono tra gli abitanti delle sue città.

Ecco alcuni tra i proverbi più sentiti:

  1. Senza lilleri e ‘un si lallera. Senza soldi si fa poco.
  2. Oggi il tempo fa culaia. Il tempo minaccia pioggia.
  3. Se i mi’ nonno aveva cinque palle era un flipper. Chi ipotizza cose senza tenere conto della realtà.
  4. Andare a Roma pe’ i Mugello. Il Mugello è nord della Toscana e Roma a sud. Quindre il proprio obiettivo.
  5. Cencio dice male di straccio. Due persone di dubbia reputazione parlano male l’uno dell’altro.
  6. Chi non l’ha di diciotto non l’aspetti di ventotto (il cervello). E’ inutile sperare che il tempo porti maturazione laddove manca la materia prima!
  7. Il tempo passa e la morte si avvicina, ma per i coglioni non c’è nessuna medicina. Idem come sopra.
  8. Avé’ più corna di un cesto di lumache. Essere un gran cornuto/a.
  9. Gl’è un gran bosco a baccano. La situazione è estremamente caotica.
  10. Per nulla un canta i’ cieco. In altre parole, nessuno fa qualcosa se non ha il proprio tornaconto.
  11. Chi ‘unn ha cervello abbia gambe. Chi non ha cervello abbia gambe!
  12. Gli fa come i’ nonno alla nonna. Quando qualcosa non è efficace.
  13. L’è come levassi la sete co’ i’ pprosciutto. Cercare una soluzione che è fin dall’inizio non adeguata.
  14. Mangiare il fumo alle schiacciate.  Si dice di una persona molto scaltra.
  15. Finché bocca prede e culo rende si va in barba alle medicine e a chi le vende. Finché il corpo funziona, non c’è bisogno di medicine.
  16. Essere alle porte co’ sassi. Essere vicino ad una scadenza o a un evento.
  17. Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio. Proverbio di origine medievale, i pisani erano esattori delle tasse e bussavano alle porte degli abitanti delle città a loro assoggettate. Chi tra questi aveva avuto un decesso in famiglia, era esentato dal pagamento. Per cui paradossalmente era meglio un morto in famiglia che un esattore delle tasse.
  18. Pane di Prato, vino di Pomino, potta di Siena, cinci fiorentino. Si sa che ogni territorio toscano si distingue per qualcosa, Prato per il pane, Pomino per il Vino, Siena per le belle ragazze e Firenze per i ragazzi gagliardi.

Quale tra questi ti è piaciuto di più? Ne conosci altri che vuoi condividere?

 

 

1 Comment
  • Franco Brighenti
    Posted at 10:32h, 05 Ottobre Rispondi

    Mia nonna che era toscana (pistoiese) usava espressioni di cui non non ho mai compreso appieno il significato. Ad esempio:

    -Alzati la camicia che ti fo la scritta.
    – Io .non so nulla nulla mi chiamo chiesa

    Mi venite in aiuto?

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